Comune Samarate
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La storia di Samarate

foto storia samarate
Le origini

Le prime notizie sulle popolazioni residenti in alcune delle zone dell’attuale provincia di Varese, risalgono all’epoca delle palafitte, cioè al Neolitico superiore e all’Età del Bronzo.

Nel gallaratese però è col principio dell’Età del Ferro che si hanno le prime testimonianze di un vero soggiorno di genti.

Dal VII secolo a.C. comincia anche il progressivo affermarsi delle popolazioni etrusche in Lombardia che portano un’importantissima novità: la scrittura. L’alfabeto viene adattato dalle genti lombarde alla lingua indigena. E proprio a Samarate si è verificata un’importante scoperta archeologica: è stata ritrovata una patera di terracotta portante, graffiti nel fondo esterno, alcuni nomi propri di persona in alfabeto etrusco ma in lingua celtico-ligure.

Segue l’invasione dei Celti-Galli e a questo periodo si attribuiscono alcuni ritrovamenti di armi, ceramiche e ornamenti nelle zone di Busto Arsizio, Cuggiono, Cardano al Campo, Samarate, Golasecca e Legnano.

Tra il III e il II secolo a.C. i Romani costringono i Celti a ritirarsi verso le zone delle Alpi e delle Prealpi, a seguito di varie sconfitte. Le vittorie romane non comportano però anche un’occupazione di questi territori che continuano la loro vita assimilando la lingua e i costumi romani in maniera graduale. Sono riferiti a questo periodo alcuni ritrovamenti, proprio sul territorio di Samarate, di avanzi di tombe che testimoniano l’esistenza in epoca romana di piccoli aggregati di abitazioni.

La prima testimonianza scritta di Samarate è attribuita all’anno 973 d.C.. Una pergamena, conservata nell’archivio capitolare di S. Maria di Novara, documenta la permuta di beni posti in Samarate e Lonate, fra Apualdo, Vescovo di Novara e un certo Celso o Celsone di Lonate. Dal documento si può quindi dedurre che in epoca romana il nome Samarate è di uso corrente e indica un’organizzazione già di tipo comunale.

Il nome della località si pensa possa derivare o da un nome romano (Samerius) oppure dalla diffusione del culto dei santi martiri. Pare risalga al XIII secolo la chiesa, tutt’ora esistente ma trasformata, dedicata ai Ss. mi Gervaso e Protaso, forse il primo luogo di culto cristiano a Samarate. Il toponimo Samarate deriverebbe secondo altri appunto da SANCTI MARTIRI.

Col XII secolo le testimonianze documentali di Samarate si fanno più numerose.

Si tratta di testi che riferiscono di luoghi siti in Samarate per i quali la chiesa percepisce un affitto (Archivio di Stato di Milano relativo a S. Maria di Monte Velate); in un altro documento c’è un elenco di appezzamenti con le relative misure e si fa riferimento anche a terreni siti in “Verghera” (sempre conservato nell’archivio di Stato di Milano).

La località di Verghera, anticamente denominata Cassine de’ Vergheri e poi Cassine Verghera, deve forse il suo toponimo al latino volgare Vergarium, che significa pastore, boscaiolo. Si tratta infatti in origine di un insediamento di cascine sparse nella Selvalonga e con uomini dediti alle attività silvo-pastorali.

Verso la fine del XII secolo Milano ha la signoria sui territori, a sud, fino al Po e a nord, fino ai valichi del San Bernardino e del Maloia. Inoltre, con la vittoria nella Battaglia di Legnano ci sono ormai le premesse per la creazione dello Stato di Milano.

Molti documenti di questo periodo testimoniano la storia del comune di Milano del XIII secolo e parlano di numerosi personaggi appartenenti alla famiglia “de Samarate”, spesso con ruoli importanti nel governo del nuovo stato milanese.

E’ del 1226 la citazione di Bochino de Samarate, console a Milano; del 1233 la citazione di Engilfredo de Samarate, console di giustizia; sono del 1247, 1258, 1272, 1277 e 1278 alcuni atti notarili rogati dal notaio Guido de Samarate.

Nel 1394 le Cassine di Verghera si ergono a parrocchia autonoma da Samarate.

Tra il 1394 e il 1397 sorge la chiesa di Verghera dedicata a Santa Maria Nascente. La chiesa viene rifatta poi nel XVII secolo, ampliata a fine ‘800 e demolita nel 1966 per far posto a quella attuale che conserva di antico solo il campanile e poche suppellettili.

Nel 1455 Gabriele Sforza, arcivescovo di Milano fa visita pastorale a Samarate. Nel documento che testimonia tale visita si parla dell’esistenza di due chiese sul territorio: la chiesa di S. Salvatore e quella dei Ss.mi Gervaso e Protaso. Si parla anche di una “Capella curata sancte Marie de…” che dovrebbe essere la chiesa di Verghera, dedicata proprio alla Vergine Maria.

Agli inizi del 1500 tutta la zona, Samarate compresa, è colpita dalla peste e nel 1503 le milizie mercenarie svizzere, chiamate da Ludovico il Moro, mettono a ferro e fuoco tutte le terre intorno al Lago Maggiore.

Le successive calate francesi e spagnole e i loro saccheggi costringono le popolazioni dei territori di Gallarate e dintorni a fuggire altrove.

A partire dal XII secolo si diffondono in Lombardia gli Umiliati, un ordine laico con scopi religiosi e sociali, ispirato alla regola benedettina. Anche a Samarate viene aperta una casa maschile e una femminile che successivamente viene aggregata alle monache di Gallarate. Nel 1570 San Carlo Borromeo effettua la sua prima visita pastorale a Gallarate e anche alle chiese e agli oratori di Samarate, Verghera e San Macario. La visita è ampiamente documentata e dagli atti si desume che, a quei tempi, la Chiesa parrocchiale di Samarate era quella di San Salvatore; si parla anche di una chiesa di Santa Maria “della Cassina del Manzo”, una frazione di Samarate, posta tra Samarate e Ferno, l’attuale San Macario. La chiesa sarebbe stata eretta intorno al 1560.

Nel 1596 Carlo Borromeo fa di nuovo visita a Gallarate e ai suoi dintorni. Anche questa visita è ampiamente documentata e, dagli atti, si rileva che la chiesa parrocchiale di Samarate è San Salvatore; si parla anche di un cimitero, di una sacrestia e di un oratorium lavatorium, con un vaso per lavare i corporali. Le altre chiese del paese sono Ss.mi Gervaso e Protaso, l’oratorio di San Rocco e la chiesa di Santa Maria chiamata “purificationis Beatae Virginis Mariae loci Mandij”, che fa parte della parrocchia di San Salvatore. A Verghera c’è la Chiesa dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria, un cimitero e l’oratorio di San Bernardo.

Nel 1610 Federico Borromeo, durante la sua visita pastorale concede alla Cascina del Manzo l’erezione a parrocchia autonoma.

Nel 1630 anche a Samarate si diffonde la peste che decima la popolazione e mette in ginocchio l’economia.

Successivamente, esattamente nel 1673, le sacre reliquie di San Macario, rimaste fino ad allora nelle catacombe romane, vengono affidate al parroco di Cascina del Manzo. L’anno dopo l’urna contenente le reliquie viene collocata nella chiesa parrocchiale, dove cominciano ad affluire molti fedeli e ben presto si decide di dare il nome del martire a tutto il paese che da Cascine del Manzo si muta in San Macario, ancora oggi usato.

La storia di Samarate è permeata anche dalle vicende del torrente Arno che nella seconda metà del settecento subisce una serie di lavori per arginare i terribili straripamenti che nel corso dei secoli hanno provocato danni gravi a cose e persone. Tra il 1766 e il 1767 vengono distrutte delle chiuse a sud di Gallarate, il letto del fiume viene abbassato di circa due metri e inalveato nei territori di Samarate, San Macario e Ferno. Nonostante ciò ancora nell’ottocento vi è traccia di gravi inondazioni.

Sempre in quegli anni (1760) è anche l’avvio della costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Samarate. La chiesa di S. Salvatore ha bisogno di urgenti riparazioni, ma la sua struttura è troppo vecchia e quindi non in grado di subire un restauro. I lavori per la costruzione della nuova chiesa dureranno diversi anni; probabilmente la nuova chiesa è stata inaugurata nel 1779, anche se la prima indicazione della Parrocchia della SS.ma Trinità risale al 1780. La chiesa presenta un’ imponente struttura di forma tardo-barocca su progetto di Giulio Galliori che fu anche architetto della fabbrica del Duomo. Il monumentale campanile è invece del 1887.

Durante il governo austriaco, con la diffusione delle scuole elementari, viene aperta, nel 1822 la prima scuola maschile a Samara te; nel 1843 viene aperta quella di Verghera e nello stesso anno vengono aperte sia a Verghera che a Samarate le scuole femminili.

E’ di questi anni anche l’emergere di un’imprenditoria mercantile ed industriale dedita soprattutto al settore tessile e cotoniero, grazie anche alla diffusione, nella zona, delle coltivazioni del gelso e degli allevamenti di bachi da seta.

La ventata risorgimentale si fa sentire anche a Samarate. Nel 1848 alcuni carbonari capitanati dall'ing. Masera reclutano sulla piazza di Samarate un gruppo di volontari che parteciperà ai moti di Milano. In pieno Risorgimento, nel 1859 Samarate ha una guardia nazionale di 130 militi capitanati dal dott. Ercole Ferrario, da Cesare Ferrario e Carlo Giorgetti.

Il 7.3.1869, con decreto di aggregazione, Verghera diventa frazione di Samarate.
Con l’unità d’Italia Samarate si trova nel mandamento amministrativo e giudiziario di Gallarate, nel circondario amministrativo di Gallarate e Giudiziario di Busto Arsizio ed è nella provincia di Milano.

Fa parte della provincia di Varese dal 1927, anno in cui la stessa è istituita.

Tra la seconda metà dell’800 e l’inizio del ‘900 Samarate vive due importanti fenomeni sociali: l’emigrazione verso le Americhe di cittadini in cerca di condizioni di vita meno disagiata e la diffusione dell’industria prima tessile e poi, dopo il 1900, anche meccanica. Sempre in questi anni il comune costruisce le sue prime importanti opere pubbliche: le Scuole Elementari nel capoluogo e frazioni e gli asili. Riordina i cimiteri e la viabilità, le fognature, l’acqua potabile e i forni comunali.

Durante la Prima Guerra Mondiale Samarate conta 86 caduti, 29 mutilati e invalidi, 8 decorati al valore.

Il periodo mussoliniano vede la realizzazione di numerose opere pubbliche quali l’attuale palazzo municipale del 1936, la colonia elioterapica, la palestra, la palazzina dell’opera Balilla e varie strade. Samarate ancora oggi primeggia nei settori meccanico, tessile e dell’abbigliamento.

Lo sviluppo economico è coinciso con quello demografico ed edilizio influenzato dall’immigrazione massiccia prima dal Veneto e poi dal Meridione. L’agricoltura impiega ormai pochi addetti, l’artigianato si va espandendo mentre il terziario è ancora poco sviluppato.

 
 
 
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